No ai tagli della Gelmini!

Questo blog è nato come strumento di supporto all'attività di un nutrito gruppo di genitori della provincia di Pistoia che spontaneamente si sono riuniti per condividere il dissenso civile verso la legge 133 , il D.L. 137 e successiva L. 169 e tutte le recenti disposizioni del governo in tema di scuola e diritto allo studio, che noi tutti riteniamo assolutamente inique. Questo blog , pur se originato da genitori con figli in età scolare, vuole essere aperto ad ogni contributo proveniente da altre istituzioni come Università, Ospedali e ogni struttura pubblica avente un ruolo centrale nel tessuto sociale ; tutte le strutture pubbliche infatti sono oggi a rischio.

Per contattarci usa il modulo a lato, oppure scrivi a info@genitoripistoia.it

venerdì 31 ottobre 2008

Intervento alla Conferenza Organizzativa PD Pistoia

Letto da Andrea Cappelli il 31/10/2008

A nome del Comitato Genitori di Pistoia per il diritto allo studio ringrazio il PD per l’invito.

Questo è, come si suol dire, un intervento esterno, e mi fa piacere pensare che, nell'invitare il comitato, il PD abbia voluto aprire un punto di ascolto con l'esterno, e confrontarsi con percezioni che talvolta hanno difficoltà a permeare la propria struttura e contaminare il proprio agire politico.

Il Comitato dei genitori pistoiesi è nato solo alcuni giorni fa, per iniziativa di poche persone la cui estrazione politica è tanto diversa da essere irrilevante, come reazione spontanea alle misure del governo che hanno dato una accellerazione definitiva alla destrutturazione della scuola pubblica italiana, iniziata e perseguita più o meno linearmente dai governi degli ultimi 15 anni.

Il sentimento, la molla che è scattata nei genitori è stata più o meno la medesima, cioè il dire a noi stessi "Non possiamo continuare a restare distaccati e inattivi mentre chi comanda ci procura danni forse irreparabili".
L'aggregazione che ne è seguita, e che in pochi giorni ha portato tantissime persone a manifestare pubblicamente, è frutto di un passa parola che ha sfruttato soltanto due canali: i contatti personali e la rete.
La prima riflessione quindi è questa: un numero sempre crescente di persone avverte di non potersi rivolgere ai media tradizionali per ricevere una informazione corretta. D’altronde è evidente che sia la televisione che la carta stampata necessitano di tecnologie e infrastrutture dai costi talmente elevati che chi le possiede non può non impregnarle dei propri interessi particolari: la TV pubblica, di proprietà dei partiti, non fa eccezione.
La leggenda della libera informazione, almeno per tv e stampa, è finita. Ben lo sanno coloro che ieri sono riusciti a paralizzare tutta Roma e farsi autorizzare dalla questura 2 cortei supplementari in soli 100.000 individui.
La rete è già, ma lo sarà sempre di più, lo strumento principe per veicolare anche le informazioni corrette. Ma ci siamo anche resi conto che, se in ogni famiglia c'è un computer, solo il 20-25% delle persone adulte ha dimestichezza con gli strumenti telematici elementari, e quindi libero accesso alle informazioni e alla comunicazione.
La scuola berlusconiana toglie laboratori informatici, compresenze e indirizzi tecnologici, chissà perchè...
Ma a nessuno nel PD si risveglia un ricordo?
L'ex ministro Fioroni si riprometteva di filtrare l'accesso alla rete per gli studenti, portando ad esempio la Cina.
Noi sappiamo che l'Italia ha bisogno del contrario. Per esempio di abrogare il decreto Pisanu che fa dell’Italia l’unico paese, per così dire avanzato, in cui non possono esserci punti di accesso alla rete pubblici e liberi.

Ma torniamo alla scuola.
La percezione che vorrei trasmettere è che non c'è alcun consenso sociale alla distruzione della scuola pubblica, tranne in alcuni individui troppo ideologizzati, ma che in Italia, come succede per le curve degli stadi, riscuotono strumentalmente enorme favore e risonanza sui mezzi di informazione tradizionali.
Da queste e altre riflessioni, condivise da molti genitori, è nata la volontà di aggregarsi : per informarsi, per discutere su dati reali e per dare una risposta positiva ad una situazione intollerabile.

A coloro che la vivevano accanto agli insegnanti, la scuola appariva già allo stremo delle forze. Quante collette facciamo ogni anno per le cose più disparate, in una scuola spoglia, abbellita solo dai disegni dei bambini; i servizi di prescuola erano già ridotti all'osso, prima della Gelmini.
Già ci aveva insegnato l'esperienza della Moratti, e già eravamo scesi in piazza, anche se non con la stessa determinazione. Poi, nella ricreazione tra 2 governi Berlusconi abbiamo assistito, increduli e disperati a due anni in cui l'attuale ministro-ombra del Partito Democratico, Fioroni, mentre continuava a lasciare la scuola pubblica senza nè guida nè risorse e a regalare il nostro denaro alle scuole private confessionali e ai “diplomifici”, ci parlava di un… cacciavite!
Questo è tornato in mente a tutti quando il governo, mentre preparava i tagli, ci parlava di "grembiulini" e voti in condotta.

Vorrei che fosse chiaro, almeno ai presenti: in Italia non c'è alcun consenso sociale alle regalie di denaro pubblico alle scuole private.
C'è soltanto, ma finora è stata l'unica cosa che ha contato, un gruppo coeso di esponenti di quasi tutti i partiti che persegue il compito di anteporre gli interessi del potentissimo e ricchissimo Stato Vaticano a quelli degli italiani.
La Gelmini (distrattamente?) ha tagliato anche alcuni fondi della scuola privata. Berlusconi si è già precipitato a rassicurare che saranno ripristinati, ma era stato preceduto da D'Alema, che viceversa ha già tirato indietro sul referendum abrogativo proposto da Veltroni.

Per 8 miliardi tagliati dalla scuola pubblica ci sono 23 miliardi spesi per mantenere l'apparato militare. Chi è il ministro-ombra della difesa del PD? Cosa ne pensa? Con chi vuole stare?
Sarebbe bello se il PD fosse dalla nostra parte, i prossimi giorni saranno un altro banco di prova.

Quello che noi genitori di Pistoia dobbiamo fare per il bene di noi stessi e dei nostri figli è far rinascere e mantenere alto il livello di attenzione verso questa società.
I governi degli ultimi vent’anni sono veramente l’espressione di quello che noi siamo? O non sono piuttosto il triste risultato di ciò che non siamo: non siamo capaci di sentire la “cosa pubblica” come nostra proprietà, così non la difendiamo da chi se ne appropria, o distrugge ciò che non può dominare. Non siamo capaci di riconoscere nel prossimo il “valore delle persone”, e continuiamo a delegare e tollerare una classe politica che ha fallito su tutto tranne che nel perseguire la propria autoreferenzialità, che ha svenduto ogni obbiettivo tranne quello di difendere il proprio partito-rifugio impedendone l’accesso a chiunque non superi il severo tirocinio dello “yes-man”.

Mettere mano a questo problema, anche per i presenti, forse è chiedere troppo?

Grazie per l'attenzione.

La Gelmini spiegata da mia figlia

link all'articolo su Nazione Indiana

Incredibile ma vero!

Questa è la gente che mandiamo in Parlamento..

Scontri in Piazza Navona (29/10/2008)

La cronaca di una giornata incredibile affidata alla penna di Curzio Maltese....

http://www.repubblica.it/2008/10/sezioni/scuola_e_universita/servizi/scuola-2009-4/camion-spranghe/camion-spranghe.html

Sabina Guzzanti - Berlusconi (30/10/2008) - Terzo (...e ultimo...) Intervento

Sabina Guzzanti - Berlusconi (30/10/2008) - Secondo Intervento

Sabina Guzzanti - Berlusconi (Annozero 30/10/2008) - Primo Intervento

giovedì 30 ottobre 2008

PROSSIMO APPUNTAMENTO comitato genitori

fissato per Lunedì 3 Novembre al circolo Arci di Candeglia alle ore 21
Tutti sono invitati

IL MINISTRO BRUNETTA


martedì 28 ottobre 2008

bisogna aspettare che siano rimbambiti...

... per sapere la verità su certi metodi ?
Ecco l'intervista a Cossiga sulla rassegna stampa governativa

Intervista doppia a Palin e Ministro Gelmini

Giovedì 30 ore 21.15 dibattito sulla scuola al Cintolese
Comune e Provincia aderiscono alla manifestazione del Comitato genitori pistoiesi di mercoledì 29 ottobre

manifestazione 29 sera

mi iscrivo al blog in ritardo ma seguo il coordinamento ...di lato, insomma avevo notizie. Questo messaggio veloce per confermare l'adesione alla mobilitazione e la mia presenza alla manifestazione.

venerdì 24 ottobre 2008

Non risparmio, ma spreco

Si riporta un articolo del Prof. Vincenzo Viola edito su " L'indice della scuola "

Non risparmio, ma spreco di risorse (umane)

Con un articolo inserito quasi di sorpresa nel D.L. n. 137 del 1 settembre 2008, il governo, per opera del ministro Gelmini, ha stabilito che nella scuola primaria “le istituzioni scolastiche costituiscono classi affidate ad un unico insegnante e funzionanti con orario di ventiquattro ore settimanali”. La ragione addotta è sempre la stessa, comune a quasi tutti gli interventi sulla scuola: “gli obiettivi di contenimento di cui all'articolo 64 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112”, cioè la riduzione della spesa pubblica.
Sarà forse necessario ricordare qualche volta che, oltre ad essere una voce di spesa e quindi un interessante obiettivo per i tagli imposti dai ministri dell’economia, la scuola ha anche una finalità didattica e formativa, che le misure prese a suo carico dovrebbero almeno un po’ considerare e rispettare. Si capirebbe allora che il ritorno al maestro unico di deamicisiana memoria non è un risparmio che fa tornare i conti della Finanziaria, ma uno spreco che danneggia il Paese perché forse i tempi, rispetto alla scuola delle nonne, sono un po’ cambiati.
Infatti in una scuola primaria, il cui fine (come affermano le Indicazioni per il curricolo per la scuola per l’infanzia e per il primo ciclo d’istruzione emanate giusto un anno fa dal Ministero dell’Istruzione) è di porre solide basi “per competenze linguistiche ampie e sicure” anche in presenza di una forte componente alloglotta, per l’apprendimento di una lingua straniera “a partire dalle prime classi della scuola primaria”, per lo “sviluppo di un’adeguata competenza scientifica, matematica, tecnologica di base”, è indispensabile un accrescimento, nel corpo docente, delle competenze didattiche e disciplinari non un ritorno all’inevitabile genericità prodotta dall’insegnante unico. E anche sul terreno dell’educazione alla cittadinanza sempre le “Indicazioni” (che forse il ministro farebbe bene a rileggere) ci ricordano opportunamente che “più solide saranno le strumentalità apprese nella scuola primaria, maggiori saranno le probabilità di inclusione sociale e culturale attraverso il sistema dell’istruzione.”.
Che poi la scelta miope di tornare a un unico insegnante per classe venga gabellata come misura volta a tutelare l’ipotetica esigenza psicologica del bambino di avere un solo adulto di riferimento è l’aspetto tristemente ridicolo di tutta la questione: forse l’on. Gelmini non è informata che nella scuola materna ogni sezione ha due insegnanti e che i bambini non trovano nessuna difficoltà a rapportarsi con le loro maestre; sarebbe invece molto più dannoso, in un mondo in cui la pluralità degli incontri e delle relazioni è la caratteristica di ogni giorno, creare proprio nella scuola un rapporto unico e statico, decisamente anacronistico.
L’Indice della scuola

Esiste già la discriminazione a scuola?

L'intervento di Roberto Grendene - Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti

una nuova forma di fascismo?

L'articolo di De Zordo su " un'altra città , un altro mondo"

giovedì 23 ottobre 2008

Manifestazione Regionale contro la 133

Martedì 21 Ottobre si è tenuta nel centro di Firenze la manifestazione più imponente a cui avessi mai partecipato. Sono una studentessa al primo anno di Economia e Commercio e frequento la facoltà di Novoli a Firenze. Scendere in piazza per qualcosa in cui si crede è la più significativa espressione della democrazia, perciò ho ritenuto costruttiva la mia presenza nel corteo di martedì organizzato contro la Riforma Gelmini. E' stata davvero un'esperienza indimenticabile poichè mi ha mostrato come i miei coetanei non si siano completamente assuefatti alle cazzate che i mass media ci propinano e abbiano conseguentemente deciso di agire. Insomma il clima che ho respirato nel corteo, fatto di cori accesi e ragazzi speranzosi, mi ha fatto accarezzare l'idea di un futuro in cui gli italiani non siano passivi sempre e comunque a tutto ciò che hanno intorno.
Persino i giornali hanno riportato la strabiliante affluenza che il corteo ha registrato: 60000 fra studenti, professori e ricercatori che pacificamente hanno sfilato per le vie di firenze con grande entusiasmo.
Per concludere vi rendo partecipi di uno striscione piuttosto "pittoresco":GELMINI FACCI TANTI BOCCHINI!!

Le minacce di Berlusconi in TV


il dietrofront del premier : notizia su " Repubblica"

Crozza Italia sul tema della maestra unica

mercoledì 22 ottobre 2008

Voglio chiamarvi Signori perché Ragazzi mi ha stufato

L'articolo di Chiara Valerio su " Nazione Indiana"

Famiglia Cristiana : " le classi ponte sono apartheid"

links:
" Repubblica"
AdnKronos
Il Corriere

il movimento a Lucca

Occupati Liceo scientifico, ITI, ITC, Liceo classico, Liceo psicopedagogico, in lista di attesa altri istituti... il DS del liceo classico ha minacciato gli occupanti di un..... 5 in condotta!!!! nel frattempo 2 bombe carta allo scientifico e una all'ITC, probabilmente i soliti tentativi di delegittimare i movimenti di protesta che invece si esprimono sempre nelle forme del dissenso civile.
a capannori : cogestione nel liceo scientifico.
il IV circolo didattico di Lucca contro la legge 137

martedì 21 ottobre 2008

Assemblea Pubblica - Venerdì 24 Ottobre Circolo Arci Montale

“Distilla veleno una fede feroce”


Pubblichiamo qui un pensiero di Vincenzo Viola, storico Professore al Liceo Carducci di Milano:


La mozione, approvata dalla Camera su proposta della Lega, che impegna il governo a “rivedere il sistema di accesso degli studenti stranieri alla scuola di ogni ordine e grado” è senza ombra di dubbio un atto di razzismo, che viola apertamente la Costituzione repubblicana e attenta ai diritti di tutti gli uomini.
Esso ha come esplicito antecedente la legislazione razziale fascista, emanata nel 1938, che, come primo atto, ha espulso i ragazzi ebrei dalle scuole pubbliche italiane.

Cacciare dalla scuola è in generale un atto crudele: vuol dire negare un futuro, costringere alla subalternità e all’emarginazione.In questo caso in particolare è anche perverso perché condanna all’ignoranza prendendo a pretesto un’ipotetica carenza culturale, la scarsa conoscenza della lingua: invece di affrontare il problema in positivo (l’integrazione scolastica, l’utilizzo di mediatori culturali, la vita scolastica in comune con ragazzi che parlano italiano...) lo si vuole risolvere in maniera negativa, attraverso l’eliminazione. E dopo i ragazzi stranieri chi vorranno eliminare? I portatori di handicap? Quelli con problemi psichici? Quelli socialmente disagiati? E poi?

Ma non basta: cacciare dalla scuola vuol dire produrre un danno irreversibile anche a coloro che nella scuola ci resteranno, privati dalla ricchezza del confronto tra culture, educati nei fatti al disprezzo dei loro simili, divenuti loro malgrado prototipi di una società ghettizzata, impaurita, razzista, in cui ogni gruppo socio-culturale si organizzerà come nemico dell’altro. È questo il presente e il futuro che possiamo accettare?

No, bisogna scuotersi e risvegliare le coscienze: sono sotto attacco valori assolutamente fondamentali, manomessi per volgari interessi di bottega elettorale in uno scambio di favori che definire immondo è ancora eufemistico. Questa questione non può affondare nel silenzio o con una sconsolata scrollata di spalle: il razzismo, veleno implacabile, non deve passare.
Dobbiamo far sentire la nostra voce, dobbiamo ribellarci: il tamburo di Madre Courage che annuncia che la città sta per essere messa a ferro e fuoco suona per noi e noi ad ogni costo dobbiamo farlo risuonare più forte.

Guai a noi se ben presto dovessimo dire: “E’ tardi, è ormai troppo tardi!

Petizione contro il maestro unico
La giunta comunale di Pistoia aderisce alla manifestazione di mercoledì 29
Riceviamo e pubblichiamo sul blog, ringraziando il Comune di Pistoia a nome di tutti i genitori per l'adesione e la disponibilità dimostrata

Un popolo senza memoria

"Facciamo l'ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza.
Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l'aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito?
Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C'è una certa resistenza; in quelle scuole c'è sempre, perfino sotto il fascismo c'è stata. Allora, il partito dominante segue un'altra strada (è tutta un'ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare  le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle.
Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Stato. E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private.
A "quelle" scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare la prevalenza alle sue scuole private.
Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d'occhio i cuochi di questa bassa cucina. L'operazione si fa in tre modi: ve l'ho già detto: rovinare le scuole di Stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni.
Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette.
Dare alle scuole private denaro pubblico.
Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico"

Piero Calamandrei - discorso pronunciato al III Congresso in difesa della Scuola nazionale a Roma l'11 febbraio 1950.

Lettera aperta al Ministro Gelmini

lunedì 20 ottobre 2008

Più scuola più benessere

Più Scuola Più Benessere
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Martedì 21 Ottobre Manifestazione regionale

Leggi la notizia sul sito degli studenti di sinistra

un pensierino sulla nostra scuola

Il mondo corre, catturando i ragazzi con sempre più sofisticati modelli di consumo, e ciò nonostante si assiste, nelle aule scolastiche, al ripetersi incessante degli stessi rituali; i ragazzi si adeguano per necessità di pagella e studiano, in genere, senza curiosità.
Invece, per formarli davvero, bisogna dare loro, prima dei testi da studiare, la voglia di indagare e di scoprire; partire dai loro bisogni, dimostrando che la cultura è la migliore delle risposte.
Chissà per quanto continuerà a far comodo che la gente esca dalle aule con qualche nozione buona per l'inserimento nel lavoro e quasi niente cultura e metodo, gente con poca coscienza critica, buona per il mercato e la pubblicità, esperta in qualche particolare settore e, per il resto, disciplinata consumatrice.
Alessandro Guidi

domenica 19 ottobre 2008

lettera ai genitori degli insegnanti di Prato

Cari genitori,

avete letto sicuramente dei tagli alla scuola pubblica. Innalzamento degli alunni per classe, migliaia di insegnanti in meno; introduzione del maestro unico alle scuole elementari, migliaia di maestre in meno; soppressione delle scuole con meno di 500 studenti, dei plessi scolastici al di sotto dei 50: ulteriore riduzione di posti di lavoro. Nei disegni di legge depositati in parlamento, l'obbligo scolastico che si può svolgere nella formazione professionale, la riduzione dell'orario nei tecnici, le scuole che diventano fondazioni di diritto privato gestite da consigli di amministrazione, la chiamata diretta degli insegnanti da parte dei dirigenti e la loro collocazione in fasce gerarchiche, la fine del valore legale del titolo di studio.

Più studenti per classe, meno insegnanti e più soli, maggiore rigore e disciplina. Decine di migliaia di precari, da anni nella scuola, licenziati.

Uno può anche pensare, perché no? Risparmiare soldi fa decisamente bene ai conti dello stato e si sa quanti giovani bulli e vecchi fannulloni si annidano nelle classi... Ma poi succede che un mare di soldi vengono trasferiti alle famiglie che scelgono la scuola privata come buono-scuola pagato con i soldi di tutti per i loro acquisti esclusivi. E succede che si travesta da pedagogia una scelta che è solo economica. Non va bene perché la scuola è un luogo complicato e difficile. Bello, secondo noi; ricco di esperienze intense e significative per i ragazzi e per gli adulti, ma anche complicato e difficile. Basta pensare agli adolescenti e alle adolescenti di oggi, ai vostri figli e alle vostre figlie. Vi sembrano facili e vi pare facile comunicare con loro? Com'è andata oggi a scuola? "Bene" Che avete fatto?"niente" Che hai che non va?" nulla". Non hanno d'intorno il mondo che avevamo noi, né le nostre speranze nel futuro. Piuttosto forse ne hanno paura. Non hanno con la scuola e il sapere lo stesso rapporto che avevamo noi: per la nostra generazione erano ancora uno strumento sicuro per farsi avanti nel mondo, e in un mondo ricco di certezze (almeno allora sembravano certezze). Non hanno accanto a sé i compagni che avevamo noi, non le strade tranquille o i campi dove si poteva giocare e vivere. Non basta nei ragazzi di oggi versare conoscenze e misurare poi quanto ne rimane (non bastava neanche prima per la verità, ma si poteva provare). Quali conoscenze? La nuova enciclopedia è dispersa, esplosa nella rete di internet, e sono così tante le informazioni che ci si perde. Ci credono davvero che il sapere gli aprirà la strada, gli darà un lavoro sicuro, all'altezza del loro titolo di studio? Qualcuno glielo può garantire oggi? Le punizioni, i grembiulini, i voti in condotta, servono a poco se non si sente dentro che derivano da un'autorità forte, accettata, condivisa e quindi rispettata. E per sentire l'autorità della scuola, il valore del sapere e delle conoscenze, occorre avere la possibilità di lavorare, costruire valori comuni, un tessuto di relazioni e di sapere. Se gli ideali sono i calciatori e le veline o i furbetti delle Borse, non siamo messi bene. Bisogna ricostruire una rete di relazioni in cui si possa educare. Ci vuole tempo e cura - esattamente come per voi nelle vostre famiglie. Ci vuole lo spazio e il tempo per ascoltare le domande, i dubbi e i desideri delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi. Senza di loro non si può fare scuola.

Per questo sapere fatto di relazioni vive, gli interventi di Tremonti e Gelmini non sono di risparmio, sono di distruzione. Noi insegnanti non vogliamo solo difendere il nostro posto di lavoro (cosa peraltro del tutto legittima), vogliamo difendere le nostre scuole, i luoghi che amiamo e in cui si svolge una parte importante della nostra vita ? della vita dei bambini e delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze.

C'è molto da cambiare, certo, nella scuola italiana, ma bisogna capire che cosa è la scuola, e domandarsi con quale sguardo la guardiamo. Se pensiamo che produca solo voti e diplomi, e non persone; se crediamo che possa funzionare senza entusiasmo e passione, senza spazio per l'ascolto e l'attenzione ai problemi di ognuno ? non potremo cambiare niente. Solo distruggere.

Per cercare da far capire che cosa siamo e cosa facciamo nella scuola abbiamo deciso di invitarvi ad un'assemblea, che si svolgerà presso

L'Isit Gramsci-Keynes
Di Via di Reggiana
Giovedì 23 ottobre alle 21.00

E vogliamo aprire le nostre scuole a tutte e a tutti. Lo facciamo certe volte la domenica per orientare le scelte degli studenti verso le superiori, ma adesso vorremmo che veniste a vedere come si vive e si lavora in un giorno normale. Quel giorno ci piacerebbe fare scuola con tutte le porte aperte. Tutte. E poi useremo le piazze della città per portare le nostre lavagne, i banchi, le sedie. Vorremmo che venissero padri e madri, amici e amiche, cittadini. Anche giornalisti e televisioni ovviamente - che hanno tanta difficoltà a capire che roba è la scuola italiana. Quella pubblica, quella di tutte e di tutti.

Vi aspettiamo.

sabato 18 ottobre 2008

Come iniziare a scrivere su questo blog

Messaggio per coloro che hanno richiesto di scrivere un post e/o sono stati invitati : Vi arriverà una e-mail con un link su cui dovete cliccare per diventare autori. Attivando il link con il click, vi apparirà una pagina nella quale per accettare l'invito dovete prima fare un'iscrizione a Google. Se avete un account su Gmail, digitate il vostro nome utente e password; altrimenti, potete usare il Vostro account digitando il Vostro indirizzo e-mail ( es. pincopallino@tin.it o yahoo o hotmail o quel che è ) ed una password che Vi servirà solo per accedere a Google e quindi scrivere sul blog.
Non è dunque necessario avere una mail su Google!