No ai tagli della Gelmini!

Questo blog è nato come strumento di supporto all'attività di un nutrito gruppo di genitori della provincia di Pistoia che spontaneamente si sono riuniti per condividere il dissenso civile verso la legge 133 , il D.L. 137 e successiva L. 169 e tutte le recenti disposizioni del governo in tema di scuola e diritto allo studio, che noi tutti riteniamo assolutamente inique. Questo blog , pur se originato da genitori con figli in età scolare, vuole essere aperto ad ogni contributo proveniente da altre istituzioni come Università, Ospedali e ogni struttura pubblica avente un ruolo centrale nel tessuto sociale ; tutte le strutture pubbliche infatti sono oggi a rischio.

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mercoledì 10 giugno 2009

Avevamo ragione: i provvedimenti della Gelmini non sono applicabili. Ora occorre un’iniziativa unitaria

Comunicato stampa del 6 giugno di Corrado Mauceri in merito all’udienza del TAR sui provvedimenti della Gelmini.

Si è svolta ieri l’udienza al TAR del Lazio per la discussione delle istanza cautelari relative ai ricorsi proposti contro i provvedimenti della Gelmini sull’assetto scolastico e sugli organici.

La stessa Avvocatura dello Stato che rappresenta il Ministero ha dichiarato che lo schema DI, privo di data e sottoscrizione, è "un atto che non può incidere sulla realtà fattuale".

Il TAR ha rilevato che: "[..] manca il regolamento di cui art. 17, comma 2 della L. 23 agosto 1988, n. 400 come previsto dall’art. 64 comma 4 del D.L. 25 giugno 2008, n. 112 convertito in L. 6 agosto 2008, n. 133, allo stato soltanto firmato e che riguardo alla impugnativa della circolare n. 38 del 2 aprile 2009 manca il piano programmatico di interventi, allo stato ancora al livello di bozza di decreto interministeriale previsto dall’art. 64, comma 3 della menzionata legge n. 133 del 2008".

Il TAR, considerando tali provvedimenti non efficaci, che sono privi di efficacia e come tali inapplicabili non ha ritenuto di doverli sospendere, anche perché il 9 giugno si dovrà pronunciare la Corte Costituzionale sui ricorsi proposti da alcune Regioni; il TAR ha quindi fissato per il 13 luglio l’udienza per la decisione dei ricorsi.

A questo punto sarebbe auspicabile che istituzioni democratiche, forze politiche e sindacali e movimenti di genitori e docenti tutti insieme imponessero al Ministro il blocco di tutte le operazioni ed il ripristino degli organici dell’anno scorso.

Sarà possibile formare uno schieramento unitario per la difesa della scuola statale? noi lo auspichiamo e lo sollecitiamo nell’interesse della scuola statale.

domenica 15 marzo 2009

Leggere fra le righe...

.. a volte serve.

Provate un po' con l'articolo qui accanto, quello che si riferisce a Mr. Obama.

L'ultimo paragrafo.

http://snipurl.com/dv8ng [www_lastampa_it]

venerdì 13 marzo 2009

martedì 10 marzo 2009

L'aringa tradotta

A grande richiesta (?), la traduzione della pagina del 5 marzo 2009, due post più in basso...
Segnalate eventuali errori, please.
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La scuola pubblica e laica... cronaca di una morte annunciata?
venerdì 13 febbraio 2009, di Mohamed El Bashir

Secondo l'OCDE [OCSE, Organizzazione per il commercio e lo svilupppo economico] le spese annuali per l'istruzione degli stati membri assommano a mille miliardi di dollari. Quattro milioni di insegnanti, ottanta milioni fra alunni e studenti, trecentoventimila edifici scolastici (comprese le università e gli istituti superiori degli Stati europei sono ora nel mirino del settore mercantile.

Per rendere disponibile questo mercato, occorre che gli Stati europei rinuncino ai loro impegni nel settore dell'istruzione e della formazione.

Da una trentina di anni i rapporti e gli scritti dell'OCDE servono a stimolare ed a guidare i vari governi nelle riforma dell'intruzione pubblica. I sostenitori di tale startegia sanno bene che occorrono molti sforzi e molta diplomazia con i responsabili politici per aver successo nello smantellamento della parte essenziale dell'istruzione come servizio pubblico.

L'istruzione nazionale francese non sfugge a questa "liberalizzazione" delineata da parte della UE nel 2001 nella [cosiddetta] Strategia di Lisbona.
Una strategia che affonda le sue radici nei lavori della Tavola Rotonda Europea degli industriali ERT (fondata nel 1983, gruppo di pressione padronale presso la Commissione Europea).
La ERT pubblica infatti, a partire dal 1989, un rapporto intitolato "Istruzione e competenza in Europa". In esso afferma senza mezzi termini che "l'istruzione e la formazione... sono considerati come investimenti strategici vitali per il futuro dell'impresa". Dopo di che deplora il fatto che "l'istruzione e la formazione siano sempre considerate come affare interno sia da parte dei governi che di coloro che [in merito] hanno potere decisionale. E si spiace che "l'industria non abbia che una debolissima influenza sugli insegnamenti impartiti".

[La ERT] spiega questa debolezza argomentando che gli insegnanti avrebbero "una scarsa comprensione degli spazi economici, degli affari e della nozione del profitto". E si impone la conclusione: industrie e istituzioni scolastiche devono lavorare "insieme per programmare il contenuto dell'insegnamento", e in particolare grazie a "l'apprendistato a distanza".
Nel 1991 la ERT fa un passo ancora più avanti affermando che "una università aperta è una impresa industriale e l'istruzione superiore a distanza è una nuova industria. Questa impresa deve vendere i suoi prodotti sul mercato dell'istruzione continua, regolato dalla legge della domanda e dell'offerta." (1)

La ERT vede gli studenti come "clienti" e i corsi come "prodotti". E sottolinea "la necessità di promuovere azioni per estendere la portata, l'impatto nonché le appplicazioni dell'apprendistato aperto e a distanza per mantenenere la competitività a livello di mercato globale". La "realizzazione di tali obiettivi richiede strutture educative" che "dovranno essere costruite in funzione dei bisogni dei clienti."

Nello stesso anno la Commissione pubblica un Libro Bianco sull'istruzione e la formazione (2) che risponde alle esigenze della ERT. Il 6 maggio 1996 i ministri dell'Istruzione dei Cinque decidono di "incoraggiare le ricerche sui prodotti e i processi di apprendistato, insegnamento e formazione inclusi, e sulla ideazione e creazione di programmi [informatici] educativi multimediali" (3).
Alla luce di quanto raccomanda la Commissione Europea, ciò che sta per essere rimesso in causa è l'accordo "formare il lavoratore, istruire il cittadino, educare l'uomo", accordo che traduceva, sia nel bene che nel male, il legame fra i valori ereditati dall'Illuminismo e l'interesse del capitale.
"Impiegabilità, flessibilità e mobilità" saranno le sole regole di una istruzione "mercantilizzata"

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Programmare l'insuccesso scolastico: riforma della scuola.

In Francia, il sorgere della mercantilizzazione dell'istruzione passa attraverso la ridiscussione del ruolo della scuola pubblica e laica. Nella memoria collettiva ereditata dall'Illuminismo, quest'ultima occupa uno spazio preponderante.Occorre infatti risalire fino a Condorcet (1791-1792) per rendersi conto del radicamento del concetto di istruzione pubblica come forgia del cittadino. E quindi essa è un grosso ostacolo per chi opera sul mercato ed smantellarla non è cosa facile.
Per riuscire a smembrare [la scuola pubblica], sono all'opera da trent'anni a questa parte un paio di strategie, una ideologica e l'altra politica.La strategia ideologica consiste nello screditare il conoscere, nello snaturarne lo scopo, nel distruggerne le basi di autorevolezza, nel confondere massificazione e democratizzazione. E in ultimo accollare alla scuola il grave peso della disoccupazione e della precarietà. Compito questo assegnato a certi pedagoghi, e la violenza fisica e verbale negli ambienti scolastici ne è uno dei sintomi.

La strategia politica, legittimata da quella ideologica, serve ad elaborare risposte alla "crisi cronica programmata" della scuola. E' questo il compito delle "riforme" dell'istruzione nazionale, dove la lotta contro l'insuccesso scolastico è il motivo conduttore di tutti i riformatori: L.Jospin, J.Lang, F.Bayrou, C.Allègre, L.Ferry e oggi X.Darcos.

Sia che vengano da destra o da sinistra, le riforme agiscono su due fronti: lusingando spudoratamente sia il"cliente-allievo" che il "genitore-utente", queste [riforme] depauperano i programmi e abbassano i livelli di richiesta di qualità dei risultati scolastici, accompagnando il tutto con il corollario diminuizione oraria dei corsi / soppressione di posti.

Spesso una lusinga è tanto più efficace se si accompagna al discredito di un "presunto avversario": l'insegnate e il suo status sociale e morale.
A questo proposito, C.Allègre ha primeggiato. Mentendo platealmente sulla rilevanza dell'assenteismo fra gli insegnanti (12% al posto del valore ufficiale del 5,4%), mette in programma lo "smagrimento del mammut". Una espressione che echeggia quella del Primo Ministro A.Juppé, "grasso cattivo", usata nel 1995, per giustificare la soppressione di posti nella funzione pubblica

Mantenere l'Istruzione Nazionale in stato di crisi, questa sembra essere lo scopo delle riforme ministeriali, e come prima conseguenza la crisi di fiducia nella scuola pubblica. E' l'inizio di un processo di divorzio dal "cliente utente".

Si fa un altro passo con la soppressione di 11200 posti di insegnante e di molte classi delle elementari.Fatto ancora più grave, l'attuale Ministro dell'Istrizuone Nazionale stigmatizza, come i suoi predecessori, l'insuccesso scolastico nel pubblico mentre "...l'istruzione privata ha dato prova della sua capacità di accogliere dei pubblici [alunni provenienti dall'istituzione pubblica] tanto diversi, compresi alunni in difficoltà, e di proporre loro una pedagogia e un inquadramento tale da permetter loro di riavvicinarsi al successo scolastico..."(4).
Di più; di fronte alla crisi della scuola nelle periferie, X.Darcos chiama in aiuto la scuola privata, perché ".. la loro bravura troppo spesso non può varcare le porte della periferia poiché rifiutiamo di dar loro i mezzi che permettono di rispondere alla domanda. Io sono il ministro dell'Istruzione in tutte le sue forme e voglio offrire alle famiglie la stessa libertà di scelta della quale dispongono le famiglie dei centri urbani." (4).
E in grande scioltezza, il Ministro annuncia alla scuola privata la buona novella: "...Da quest'anno sarà istituito nel bilancio dell'Istruzione Nazionale un fondo di intervento specifico, , per finanziare le spese di gestione delle istituzioni private che accetteranno di aprire classi nelle periferie. Mi prefiggo un primo obbiettivo per il rientro 2008, la creazione di cinquanta nuove classi private nelle periferie, abbinando ogni volta che sia possibile questi progetti di apertura di classi con i convitti di eccellenza.[una sorta di collegio per superstudenti, vedi qui: http://snipurl.com/djkdy ]." (4)
Ad un tale intendimento si accompagnano misure che permettano di "sciogliere i vincoli che pesano sulla ripartizione degli organici fra pubblico e privato, al fine di permettere a tutti i genitori che lo desiderano di iscrivere i loro figli ad una scuola sotto contratto." (UMP Programma pesidenziale, Istruzione scolastica)

Questa volontà ministeriale di creare scuole private nelle periferie chiarisce il tono dei discorsi del Presidente della Repubblica a Latran, quando questi dichiara che "... Nella trasmissione dei valori e nell'apprendimento della differenza fra bene e male, l'insegnate non potrà mai sostituire il pastore o il parroco, anche se è inportante che se ne avvicini, perché a lui mancherà sempre la radicalità del sacrificio della propria vita e il carisma di un impegno fondato sulla speranza."
Toccherà [ora] al rabbino ed all'imam di provare se sono all'altezza dei loro colleghi cristiani: la scuola è loro aperta.

Distruggere la credibilità della scuola pubblica e laica e incoraggiare la scuola privata si accompagna all'abdicazione da parte dello Stato al suo ruolo di garante di una istruzione pubblica di qualità. E questo è compito devoluto alla decentralizzazione. Perché, come afferma il vecchio ministro dell'Istruzione, L.Ferry, "A questo riguardo l'istruzione non potrà sfuggire ai processi in seguito ai quali la Repubblica si decentralizza." (5)

E per finire, e per rompere l'unità e la legalità della scuola pubblica, i riformatori annunciano l'autonomia degli istituti al fine di "instillare quello spirito di impresa e di innovazione che manca." (C.Allègre, febbraio 1998)

A conti fatti, la pianificazione sociale sta all'impresa come la riforma sta alla scuola: la prima annuncia ai salariati licenziamenti e ristrutturazioni o chiusure delle loro aziende, la seconda, soprressione di posti e smantellamento della scuola pubblica.
Nel nome della modernizzazione e dellà competitività capitalista, [la parola] riforma è diventata sinonimo di regresso.

(1) Rapporto sull'istruzione superiore aperta e a distanza, 24 maggio 1991(2) Libro Bianco sull'istruzione e la formazione. Insegnare e apprendere: verso la società della conoscenza.(3) Rsoconto del Consiglio per l'istruzione, 6 maggio 1996(4) Discorso di Xavier Darcos: Piano Speranza Periferie 2008, 14 febbraio 2008(5) Lettera a tutti quelli che amano la scuola, pag.133 - Luc Ferry, Ministro dell'istruzione Nazionale.

Ma guarda guarda cosa nasconde il grembiulino...

Se l'aringa di giovedì vi è parsa pesante, provate un po' questa balena (ma in compenso è in italiano, anche se con qualche refuso).

http://www.skolo.org/spip.php?article942&lang=it

giovedì 5 marzo 2009

Voti, ronde e aringhe rosse.

Avrete senz'altro notato, no?, come sui giornali, accanto alle ronde con cagnolino e casacchetta impazzino pure articoli fiume sulle votazioni, sulle - orrore, orrore - insufficienze, sulle statistiche buoni_e_rispettosi vs. discolacci e così via pettegolando in pretto stile televisivo.

Sì? Ok, ma l'aringa, che cosa mai c'entra l'aringa? direte voi...

Bene, l'aringa rossa è un artifizio retorico per distrarre l'attenzione degli astanti, lettori o ascoltatori che siano.

Si parla di qualcosa che è marginale (quando non addirittura estraneo) rispetto all'argomento in discussione - la scuola nel nostro caso -, si va fuori tema si sarebbe detto ai miei tempi, e il tutto scientemente affinché la gente non si renda conto di cosa veramente bolle in pentola.

E in pentola cosa c'è, allora? Prego, leggere:

http://www.skolo.org/spip.php?article1004

Un'opinione di parte, dite? Certamente!
Una opinione, se non è di parte, che opinione è?

mercoledì 4 marzo 2009

Saltano supplenze a settembre. Il Governo pregiudica il corretto avvio dell’anno scolastico

http://www.orizzontescuola.it/orizzonte/article-print-22182.html

Ordinanza culturale

Riporto con piacere un'email inviata da una maestra che invita ad una riflessione.

3/3/2009
Mi preme far notare che, oggi pomeriggio, mentre tornavo da scuola, ho ascoltato su radio uno una sottosegretaria che parlava del problema dei cani che, non essendo educati, mordono . La signora, rispondendo ad una domanda della Bonaccorti (ma il programma era quello di Mensurati) ha detto in sostanza che il governo ha scritto "un'ordinanza culturale" che sarà seguita da qualcosa di molto più corposo, data l'importanza dell'argomento, cioè da un disegno di Legge. Ora sarebbe bene riflettere sul fatto che il Governo, per la scuola, viaggia su Decreti Legge e con Ordinanze o Circolari ...culturali? No, non ce n'è alcuna necessità! Si parla di scuola, non di cani.
Vi prego di rifletterci e chi può, vada a risentire la trasmissione, verso la fine perchè io sono tornata da scuola verso le 17.20. Ciao a tutti
   Daniela, Maestra fannullona di sinistra.

domenica 1 marzo 2009

Resoconto assemblea del 21 febbraio

(meglio tardi che mai)

Sabato 21 febbraio alle ore 16 si è tenuto presso la scuola Scornio Ovest in via Monterosa un interessante incontro sugli effetti che la legge (cosiddetta) Gelmini produrrà nelle scuole dell’infanzia e sulle scuole primarie e secondarie.

Dopo un paio di mesi di pubblico silenzio, ma di un incessante lavoro diretto a rivitalizzare un’Onda in fase di quasi ‘calma piatta’, il Comitato Provinciale Genitori di Pistoia ha promosso nuovamente un’iniziativa per informare su cosa succederà alla scuola del modulo e del tempo pieno dopo l’approvazione della legge Gelmini. Nonostante fossero stati invitati tutti i dirigenti scolastici, i partiti e i sindacati, l’iniziativa ha visto la presenza di circa settanta fra genitori e professori, il dirigente del V circolo e ‘padrone di casa’ professor Maurizio Monti, l’assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Pistoia Rosanna Moroni, il segretario regionale di Rifondazione Comunista Stefano Cristiano, oltre a una rappresentante della Cisl scuola. Come invitato particolare ha partecipato la professoressa Patrizia Zucchetta, insegnante della scuola romana ‘Iqbal Masih’ – la prima ad essersi mobilitata contro il taglio/riforma – nonché membro del coordinamento nazionale genitori-insegnanti “Non Rubateci Il Futuro”.

Tutti gli interventi, compresi quelli molto preoccupati dei genitori, si sono concentrati sui tagli e sui tentativi di garantire almeno una parte dei servizi esistenti: il professor Monti, per il V circolo, ha assicurato che cercherà di mantenere, nei plessi dove è presente il tempo-pieno, gli attuali livelli di insegnamento, ma ha poi però sottolineato la scomparsa della compresenza nel modulo e una forte  criticità nel restante tempo pieno.

Alla previsione di un decadimento del progetto educativo si evidenzieranno grandi difficoltà organizzative, soprattutto per quanto riguarda l’inserimento scolastico dei bambini stranieri o portatori di handicap. Problematiche alle quali si affianca la progressiva riduzione, fino ad esaurimento, dell’insegnamento specialistico della lingua inglese, che verrà assicurato dall’insegnante ‘unica’ alla quale sarà imposto un corso intensivo di 150 ore annue, preannunciando la scomparsa di oltre 11.200 insegnanti di lingua inglese.

L’intervento di Patrizia Zucchetta ha sottolineato come il tempo-pieno – grazie anche alla grande mobilitazione di genitori, insegnanti e studenti – potrà essere conservato in alcune zone d’Italia, con l’esclusione delle regioni del Sud dove le 24 ore la faranno da padrone.

Paradossale appare il forte dissenso espresso dal Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione, organismo nominato dal ministero ma contrario alla scelte del ministro. Decisamente interessante la notizia che a Roma vari soggetti sindacali e studenteschi si sono rivolti al TAR del Lazio, per contestare la mancanza di un piano programmatico e per sottolineare che una legge dello Stato non può essere abolita da una circolare ministeriale. Ricorsi ai quali aggiungere quello rivolto alla discontinuità del Piano Formativo per le classi in essere, sottoscritto e accettato precedentemente a tale riforma.

Oltre alle molte attività ancora in atto da parte del coordinamento nazionale, la battagliera professoressa Zucchetta ha anche criticato il disegno di legge Aprea, dove si parla di scuola come Fondazione, con un consiglio di amministrazione come in una normale azienda privata. Un taglio alla scuola pubblica di 8 miliardi, che porta alla distruzione di oltre trent’anni di lavoro educativo e pedagogico, producendo un forte impoverimento sociale. L’intervento dell’ assessore Moroni ha anch’esso sottolineato il continuo tentativo di violare regole, leggi e regolamenti al fine di rendere genitori e studenti semplici e gagliardi consumatori.

Con i tagli previsti, sostiene l’assessore, si avranno l’eliminazione del modulo, creando così scuole di serie A e scuole di serie B, ma anche tagli economici profondi nel settore della formazione, compresi quelli diretti all’educazione degli adulti, riducendo le possibilità di ricollocamento di tutti coloro che perderanno il lavoro in un età non più giovanissima.

Nel sottolineare l’importanza del movimento degli studenti e dei genitori, attraverso i quali, anche a Pistoia, viene mantenuta viva una mobilitazione diretta ad informare e sensibilizzare, l’assessore Moroni non ha mancato di criticare i sindacati, che hanno di gran lunga ridotto le loro forme di protesta.

Alla richiesta di maggiore mobilitazione si è aggiunto Stefano Cristiano, che ha ricordato l’importanza della mobilitazione della Regione Toscana, che insieme a Province e molti Comuni si sta impegnando per la conservazione degli attuali livelli di insegnamento. Un taglio, quello della Gelmini, che secondo il segretario regionale di Rifondazione Comunista va oltre la volontà di ‘far cassa’ ma che mira alla drastica riduzione dei servizi pubblici e alla ridefinizione di un disegno sociale teso a favorire le scuole private.

 

Oltre ai numerosi interventi di madri e padri preoccupati per questi radicali cambiamenti nel settore dell’istruzione – per molti dei quali sembravano non doverci essere più, vista l’apparente rassicurazione di giornali e televisioni oltre che di molti dirigenti scolastici – si è aggiunto l’intervento della rappresentante della Cisl, che, pur riconoscendo l’insufficienza dei sindacato a livello nazionale, ha rivendicato la grande attività provinciale, diretta all’approfondimento delle numerose modifiche legislative che condurranno a grandi riduzioni di personale, soprattutto il personale precario. Riduzione alla quale si affiancherà l’assenza di continuità dei docenti della classe, messa a rischio da nuove graduatorie.

 

Una serata densa di preoccupazione per un futuro che si profila decisamente incerto, ma anche un’occasione per riannodare i fili di un movimento che si era momentaneamente sfilacciato. Nonostante un po' di pessimismo, molti si sono detti disponibili a continuare, fiduciosi di poter cambiare ancora qualcosa. Il primo passo sarà quello di incontrarsi di nuovo, per elaborare attività e forme di protesta dirette a mettere in discussione questa legge, iniziando dalla prossima riunione del Comitato dei Genitori –al quale sono invitati gli insegnanti, gli studenti delle scuole superiori e anche i nonni – prevista per lunedì 2 marzo, alle ore 21, nella ormai ‘storica’ sede del Circolo Arci di Candeglia.

sabato 17 gennaio 2009


Il sondaggio sembra ancora aperto:
http://www.sondaggi.rai.it/index.php?sid=85147&lang=it