No ai tagli della Gelmini!

Questo blog è nato come strumento di supporto all'attività di un nutrito gruppo di genitori della provincia di Pistoia che spontaneamente si sono riuniti per condividere il dissenso civile verso la legge 133 , il D.L. 137 e successiva L. 169 e tutte le recenti disposizioni del governo in tema di scuola e diritto allo studio, che noi tutti riteniamo assolutamente inique. Questo blog , pur se originato da genitori con figli in età scolare, vuole essere aperto ad ogni contributo proveniente da altre istituzioni come Università, Ospedali e ogni struttura pubblica avente un ruolo centrale nel tessuto sociale ; tutte le strutture pubbliche infatti sono oggi a rischio.

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domenica 1 marzo 2009

Resoconto assemblea del 21 febbraio

(meglio tardi che mai)

Sabato 21 febbraio alle ore 16 si è tenuto presso la scuola Scornio Ovest in via Monterosa un interessante incontro sugli effetti che la legge (cosiddetta) Gelmini produrrà nelle scuole dell’infanzia e sulle scuole primarie e secondarie.

Dopo un paio di mesi di pubblico silenzio, ma di un incessante lavoro diretto a rivitalizzare un’Onda in fase di quasi ‘calma piatta’, il Comitato Provinciale Genitori di Pistoia ha promosso nuovamente un’iniziativa per informare su cosa succederà alla scuola del modulo e del tempo pieno dopo l’approvazione della legge Gelmini. Nonostante fossero stati invitati tutti i dirigenti scolastici, i partiti e i sindacati, l’iniziativa ha visto la presenza di circa settanta fra genitori e professori, il dirigente del V circolo e ‘padrone di casa’ professor Maurizio Monti, l’assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Pistoia Rosanna Moroni, il segretario regionale di Rifondazione Comunista Stefano Cristiano, oltre a una rappresentante della Cisl scuola. Come invitato particolare ha partecipato la professoressa Patrizia Zucchetta, insegnante della scuola romana ‘Iqbal Masih’ – la prima ad essersi mobilitata contro il taglio/riforma – nonché membro del coordinamento nazionale genitori-insegnanti “Non Rubateci Il Futuro”.

Tutti gli interventi, compresi quelli molto preoccupati dei genitori, si sono concentrati sui tagli e sui tentativi di garantire almeno una parte dei servizi esistenti: il professor Monti, per il V circolo, ha assicurato che cercherà di mantenere, nei plessi dove è presente il tempo-pieno, gli attuali livelli di insegnamento, ma ha poi però sottolineato la scomparsa della compresenza nel modulo e una forte  criticità nel restante tempo pieno.

Alla previsione di un decadimento del progetto educativo si evidenzieranno grandi difficoltà organizzative, soprattutto per quanto riguarda l’inserimento scolastico dei bambini stranieri o portatori di handicap. Problematiche alle quali si affianca la progressiva riduzione, fino ad esaurimento, dell’insegnamento specialistico della lingua inglese, che verrà assicurato dall’insegnante ‘unica’ alla quale sarà imposto un corso intensivo di 150 ore annue, preannunciando la scomparsa di oltre 11.200 insegnanti di lingua inglese.

L’intervento di Patrizia Zucchetta ha sottolineato come il tempo-pieno – grazie anche alla grande mobilitazione di genitori, insegnanti e studenti – potrà essere conservato in alcune zone d’Italia, con l’esclusione delle regioni del Sud dove le 24 ore la faranno da padrone.

Paradossale appare il forte dissenso espresso dal Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione, organismo nominato dal ministero ma contrario alla scelte del ministro. Decisamente interessante la notizia che a Roma vari soggetti sindacali e studenteschi si sono rivolti al TAR del Lazio, per contestare la mancanza di un piano programmatico e per sottolineare che una legge dello Stato non può essere abolita da una circolare ministeriale. Ricorsi ai quali aggiungere quello rivolto alla discontinuità del Piano Formativo per le classi in essere, sottoscritto e accettato precedentemente a tale riforma.

Oltre alle molte attività ancora in atto da parte del coordinamento nazionale, la battagliera professoressa Zucchetta ha anche criticato il disegno di legge Aprea, dove si parla di scuola come Fondazione, con un consiglio di amministrazione come in una normale azienda privata. Un taglio alla scuola pubblica di 8 miliardi, che porta alla distruzione di oltre trent’anni di lavoro educativo e pedagogico, producendo un forte impoverimento sociale. L’intervento dell’ assessore Moroni ha anch’esso sottolineato il continuo tentativo di violare regole, leggi e regolamenti al fine di rendere genitori e studenti semplici e gagliardi consumatori.

Con i tagli previsti, sostiene l’assessore, si avranno l’eliminazione del modulo, creando così scuole di serie A e scuole di serie B, ma anche tagli economici profondi nel settore della formazione, compresi quelli diretti all’educazione degli adulti, riducendo le possibilità di ricollocamento di tutti coloro che perderanno il lavoro in un età non più giovanissima.

Nel sottolineare l’importanza del movimento degli studenti e dei genitori, attraverso i quali, anche a Pistoia, viene mantenuta viva una mobilitazione diretta ad informare e sensibilizzare, l’assessore Moroni non ha mancato di criticare i sindacati, che hanno di gran lunga ridotto le loro forme di protesta.

Alla richiesta di maggiore mobilitazione si è aggiunto Stefano Cristiano, che ha ricordato l’importanza della mobilitazione della Regione Toscana, che insieme a Province e molti Comuni si sta impegnando per la conservazione degli attuali livelli di insegnamento. Un taglio, quello della Gelmini, che secondo il segretario regionale di Rifondazione Comunista va oltre la volontà di ‘far cassa’ ma che mira alla drastica riduzione dei servizi pubblici e alla ridefinizione di un disegno sociale teso a favorire le scuole private.

 

Oltre ai numerosi interventi di madri e padri preoccupati per questi radicali cambiamenti nel settore dell’istruzione – per molti dei quali sembravano non doverci essere più, vista l’apparente rassicurazione di giornali e televisioni oltre che di molti dirigenti scolastici – si è aggiunto l’intervento della rappresentante della Cisl, che, pur riconoscendo l’insufficienza dei sindacato a livello nazionale, ha rivendicato la grande attività provinciale, diretta all’approfondimento delle numerose modifiche legislative che condurranno a grandi riduzioni di personale, soprattutto il personale precario. Riduzione alla quale si affiancherà l’assenza di continuità dei docenti della classe, messa a rischio da nuove graduatorie.

 

Una serata densa di preoccupazione per un futuro che si profila decisamente incerto, ma anche un’occasione per riannodare i fili di un movimento che si era momentaneamente sfilacciato. Nonostante un po' di pessimismo, molti si sono detti disponibili a continuare, fiduciosi di poter cambiare ancora qualcosa. Il primo passo sarà quello di incontrarsi di nuovo, per elaborare attività e forme di protesta dirette a mettere in discussione questa legge, iniziando dalla prossima riunione del Comitato dei Genitori –al quale sono invitati gli insegnanti, gli studenti delle scuole superiori e anche i nonni – prevista per lunedì 2 marzo, alle ore 21, nella ormai ‘storica’ sede del Circolo Arci di Candeglia.

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