No ai tagli della Gelmini!

Questo blog è nato come strumento di supporto all'attività di un nutrito gruppo di genitori della provincia di Pistoia che spontaneamente si sono riuniti per condividere il dissenso civile verso la legge 133 , il D.L. 137 e successiva L. 169 e tutte le recenti disposizioni del governo in tema di scuola e diritto allo studio, che noi tutti riteniamo assolutamente inique. Questo blog , pur se originato da genitori con figli in età scolare, vuole essere aperto ad ogni contributo proveniente da altre istituzioni come Università, Ospedali e ogni struttura pubblica avente un ruolo centrale nel tessuto sociale ; tutte le strutture pubbliche infatti sono oggi a rischio.

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venerdì 31 ottobre 2008

Intervento alla Conferenza Organizzativa PD Pistoia

Letto da Andrea Cappelli il 31/10/2008

A nome del Comitato Genitori di Pistoia per il diritto allo studio ringrazio il PD per l’invito.

Questo è, come si suol dire, un intervento esterno, e mi fa piacere pensare che, nell'invitare il comitato, il PD abbia voluto aprire un punto di ascolto con l'esterno, e confrontarsi con percezioni che talvolta hanno difficoltà a permeare la propria struttura e contaminare il proprio agire politico.

Il Comitato dei genitori pistoiesi è nato solo alcuni giorni fa, per iniziativa di poche persone la cui estrazione politica è tanto diversa da essere irrilevante, come reazione spontanea alle misure del governo che hanno dato una accellerazione definitiva alla destrutturazione della scuola pubblica italiana, iniziata e perseguita più o meno linearmente dai governi degli ultimi 15 anni.

Il sentimento, la molla che è scattata nei genitori è stata più o meno la medesima, cioè il dire a noi stessi "Non possiamo continuare a restare distaccati e inattivi mentre chi comanda ci procura danni forse irreparabili".
L'aggregazione che ne è seguita, e che in pochi giorni ha portato tantissime persone a manifestare pubblicamente, è frutto di un passa parola che ha sfruttato soltanto due canali: i contatti personali e la rete.
La prima riflessione quindi è questa: un numero sempre crescente di persone avverte di non potersi rivolgere ai media tradizionali per ricevere una informazione corretta. D’altronde è evidente che sia la televisione che la carta stampata necessitano di tecnologie e infrastrutture dai costi talmente elevati che chi le possiede non può non impregnarle dei propri interessi particolari: la TV pubblica, di proprietà dei partiti, non fa eccezione.
La leggenda della libera informazione, almeno per tv e stampa, è finita. Ben lo sanno coloro che ieri sono riusciti a paralizzare tutta Roma e farsi autorizzare dalla questura 2 cortei supplementari in soli 100.000 individui.
La rete è già, ma lo sarà sempre di più, lo strumento principe per veicolare anche le informazioni corrette. Ma ci siamo anche resi conto che, se in ogni famiglia c'è un computer, solo il 20-25% delle persone adulte ha dimestichezza con gli strumenti telematici elementari, e quindi libero accesso alle informazioni e alla comunicazione.
La scuola berlusconiana toglie laboratori informatici, compresenze e indirizzi tecnologici, chissà perchè...
Ma a nessuno nel PD si risveglia un ricordo?
L'ex ministro Fioroni si riprometteva di filtrare l'accesso alla rete per gli studenti, portando ad esempio la Cina.
Noi sappiamo che l'Italia ha bisogno del contrario. Per esempio di abrogare il decreto Pisanu che fa dell’Italia l’unico paese, per così dire avanzato, in cui non possono esserci punti di accesso alla rete pubblici e liberi.

Ma torniamo alla scuola.
La percezione che vorrei trasmettere è che non c'è alcun consenso sociale alla distruzione della scuola pubblica, tranne in alcuni individui troppo ideologizzati, ma che in Italia, come succede per le curve degli stadi, riscuotono strumentalmente enorme favore e risonanza sui mezzi di informazione tradizionali.
Da queste e altre riflessioni, condivise da molti genitori, è nata la volontà di aggregarsi : per informarsi, per discutere su dati reali e per dare una risposta positiva ad una situazione intollerabile.

A coloro che la vivevano accanto agli insegnanti, la scuola appariva già allo stremo delle forze. Quante collette facciamo ogni anno per le cose più disparate, in una scuola spoglia, abbellita solo dai disegni dei bambini; i servizi di prescuola erano già ridotti all'osso, prima della Gelmini.
Già ci aveva insegnato l'esperienza della Moratti, e già eravamo scesi in piazza, anche se non con la stessa determinazione. Poi, nella ricreazione tra 2 governi Berlusconi abbiamo assistito, increduli e disperati a due anni in cui l'attuale ministro-ombra del Partito Democratico, Fioroni, mentre continuava a lasciare la scuola pubblica senza nè guida nè risorse e a regalare il nostro denaro alle scuole private confessionali e ai “diplomifici”, ci parlava di un… cacciavite!
Questo è tornato in mente a tutti quando il governo, mentre preparava i tagli, ci parlava di "grembiulini" e voti in condotta.

Vorrei che fosse chiaro, almeno ai presenti: in Italia non c'è alcun consenso sociale alle regalie di denaro pubblico alle scuole private.
C'è soltanto, ma finora è stata l'unica cosa che ha contato, un gruppo coeso di esponenti di quasi tutti i partiti che persegue il compito di anteporre gli interessi del potentissimo e ricchissimo Stato Vaticano a quelli degli italiani.
La Gelmini (distrattamente?) ha tagliato anche alcuni fondi della scuola privata. Berlusconi si è già precipitato a rassicurare che saranno ripristinati, ma era stato preceduto da D'Alema, che viceversa ha già tirato indietro sul referendum abrogativo proposto da Veltroni.

Per 8 miliardi tagliati dalla scuola pubblica ci sono 23 miliardi spesi per mantenere l'apparato militare. Chi è il ministro-ombra della difesa del PD? Cosa ne pensa? Con chi vuole stare?
Sarebbe bello se il PD fosse dalla nostra parte, i prossimi giorni saranno un altro banco di prova.

Quello che noi genitori di Pistoia dobbiamo fare per il bene di noi stessi e dei nostri figli è far rinascere e mantenere alto il livello di attenzione verso questa società.
I governi degli ultimi vent’anni sono veramente l’espressione di quello che noi siamo? O non sono piuttosto il triste risultato di ciò che non siamo: non siamo capaci di sentire la “cosa pubblica” come nostra proprietà, così non la difendiamo da chi se ne appropria, o distrugge ciò che non può dominare. Non siamo capaci di riconoscere nel prossimo il “valore delle persone”, e continuiamo a delegare e tollerare una classe politica che ha fallito su tutto tranne che nel perseguire la propria autoreferenzialità, che ha svenduto ogni obbiettivo tranne quello di difendere il proprio partito-rifugio impedendone l’accesso a chiunque non superi il severo tirocinio dello “yes-man”.

Mettere mano a questo problema, anche per i presenti, forse è chiedere troppo?

Grazie per l'attenzione.

1 commento:

Vasco Tesi ha detto...

ciao Andrea, è molto interessante il riferimento ai mezzi d'informazione , e anche quello alle spese militari. Dovremmo trovare qualche fonte di riferimento affidabile sulle spese militari e mettere un link in modo che questa assurda contraddizione sia verificabile da chiunque legga questo blog.