No ai tagli della Gelmini!

Questo blog è nato come strumento di supporto all'attività di un nutrito gruppo di genitori della provincia di Pistoia che spontaneamente si sono riuniti per condividere il dissenso civile verso la legge 133 , il D.L. 137 e successiva L. 169 e tutte le recenti disposizioni del governo in tema di scuola e diritto allo studio, che noi tutti riteniamo assolutamente inique. Questo blog , pur se originato da genitori con figli in età scolare, vuole essere aperto ad ogni contributo proveniente da altre istituzioni come Università, Ospedali e ogni struttura pubblica avente un ruolo centrale nel tessuto sociale ; tutte le strutture pubbliche infatti sono oggi a rischio.

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domenica 19 ottobre 2008

lettera ai genitori degli insegnanti di Prato

Cari genitori,

avete letto sicuramente dei tagli alla scuola pubblica. Innalzamento degli alunni per classe, migliaia di insegnanti in meno; introduzione del maestro unico alle scuole elementari, migliaia di maestre in meno; soppressione delle scuole con meno di 500 studenti, dei plessi scolastici al di sotto dei 50: ulteriore riduzione di posti di lavoro. Nei disegni di legge depositati in parlamento, l'obbligo scolastico che si può svolgere nella formazione professionale, la riduzione dell'orario nei tecnici, le scuole che diventano fondazioni di diritto privato gestite da consigli di amministrazione, la chiamata diretta degli insegnanti da parte dei dirigenti e la loro collocazione in fasce gerarchiche, la fine del valore legale del titolo di studio.

Più studenti per classe, meno insegnanti e più soli, maggiore rigore e disciplina. Decine di migliaia di precari, da anni nella scuola, licenziati.

Uno può anche pensare, perché no? Risparmiare soldi fa decisamente bene ai conti dello stato e si sa quanti giovani bulli e vecchi fannulloni si annidano nelle classi... Ma poi succede che un mare di soldi vengono trasferiti alle famiglie che scelgono la scuola privata come buono-scuola pagato con i soldi di tutti per i loro acquisti esclusivi. E succede che si travesta da pedagogia una scelta che è solo economica. Non va bene perché la scuola è un luogo complicato e difficile. Bello, secondo noi; ricco di esperienze intense e significative per i ragazzi e per gli adulti, ma anche complicato e difficile. Basta pensare agli adolescenti e alle adolescenti di oggi, ai vostri figli e alle vostre figlie. Vi sembrano facili e vi pare facile comunicare con loro? Com'è andata oggi a scuola? "Bene" Che avete fatto?"niente" Che hai che non va?" nulla". Non hanno d'intorno il mondo che avevamo noi, né le nostre speranze nel futuro. Piuttosto forse ne hanno paura. Non hanno con la scuola e il sapere lo stesso rapporto che avevamo noi: per la nostra generazione erano ancora uno strumento sicuro per farsi avanti nel mondo, e in un mondo ricco di certezze (almeno allora sembravano certezze). Non hanno accanto a sé i compagni che avevamo noi, non le strade tranquille o i campi dove si poteva giocare e vivere. Non basta nei ragazzi di oggi versare conoscenze e misurare poi quanto ne rimane (non bastava neanche prima per la verità, ma si poteva provare). Quali conoscenze? La nuova enciclopedia è dispersa, esplosa nella rete di internet, e sono così tante le informazioni che ci si perde. Ci credono davvero che il sapere gli aprirà la strada, gli darà un lavoro sicuro, all'altezza del loro titolo di studio? Qualcuno glielo può garantire oggi? Le punizioni, i grembiulini, i voti in condotta, servono a poco se non si sente dentro che derivano da un'autorità forte, accettata, condivisa e quindi rispettata. E per sentire l'autorità della scuola, il valore del sapere e delle conoscenze, occorre avere la possibilità di lavorare, costruire valori comuni, un tessuto di relazioni e di sapere. Se gli ideali sono i calciatori e le veline o i furbetti delle Borse, non siamo messi bene. Bisogna ricostruire una rete di relazioni in cui si possa educare. Ci vuole tempo e cura - esattamente come per voi nelle vostre famiglie. Ci vuole lo spazio e il tempo per ascoltare le domande, i dubbi e i desideri delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi. Senza di loro non si può fare scuola.

Per questo sapere fatto di relazioni vive, gli interventi di Tremonti e Gelmini non sono di risparmio, sono di distruzione. Noi insegnanti non vogliamo solo difendere il nostro posto di lavoro (cosa peraltro del tutto legittima), vogliamo difendere le nostre scuole, i luoghi che amiamo e in cui si svolge una parte importante della nostra vita ? della vita dei bambini e delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze.

C'è molto da cambiare, certo, nella scuola italiana, ma bisogna capire che cosa è la scuola, e domandarsi con quale sguardo la guardiamo. Se pensiamo che produca solo voti e diplomi, e non persone; se crediamo che possa funzionare senza entusiasmo e passione, senza spazio per l'ascolto e l'attenzione ai problemi di ognuno ? non potremo cambiare niente. Solo distruggere.

Per cercare da far capire che cosa siamo e cosa facciamo nella scuola abbiamo deciso di invitarvi ad un'assemblea, che si svolgerà presso

L'Isit Gramsci-Keynes
Di Via di Reggiana
Giovedì 23 ottobre alle 21.00

E vogliamo aprire le nostre scuole a tutte e a tutti. Lo facciamo certe volte la domenica per orientare le scelte degli studenti verso le superiori, ma adesso vorremmo che veniste a vedere come si vive e si lavora in un giorno normale. Quel giorno ci piacerebbe fare scuola con tutte le porte aperte. Tutte. E poi useremo le piazze della città per portare le nostre lavagne, i banchi, le sedie. Vorremmo che venissero padri e madri, amici e amiche, cittadini. Anche giornalisti e televisioni ovviamente - che hanno tanta difficoltà a capire che roba è la scuola italiana. Quella pubblica, quella di tutte e di tutti.

Vi aspettiamo.

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