No ai tagli della Gelmini!

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venerdì 24 ottobre 2008

Non risparmio, ma spreco

Si riporta un articolo del Prof. Vincenzo Viola edito su " L'indice della scuola "

Non risparmio, ma spreco di risorse (umane)

Con un articolo inserito quasi di sorpresa nel D.L. n. 137 del 1 settembre 2008, il governo, per opera del ministro Gelmini, ha stabilito che nella scuola primaria “le istituzioni scolastiche costituiscono classi affidate ad un unico insegnante e funzionanti con orario di ventiquattro ore settimanali”. La ragione addotta è sempre la stessa, comune a quasi tutti gli interventi sulla scuola: “gli obiettivi di contenimento di cui all'articolo 64 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112”, cioè la riduzione della spesa pubblica.
Sarà forse necessario ricordare qualche volta che, oltre ad essere una voce di spesa e quindi un interessante obiettivo per i tagli imposti dai ministri dell’economia, la scuola ha anche una finalità didattica e formativa, che le misure prese a suo carico dovrebbero almeno un po’ considerare e rispettare. Si capirebbe allora che il ritorno al maestro unico di deamicisiana memoria non è un risparmio che fa tornare i conti della Finanziaria, ma uno spreco che danneggia il Paese perché forse i tempi, rispetto alla scuola delle nonne, sono un po’ cambiati.
Infatti in una scuola primaria, il cui fine (come affermano le Indicazioni per il curricolo per la scuola per l’infanzia e per il primo ciclo d’istruzione emanate giusto un anno fa dal Ministero dell’Istruzione) è di porre solide basi “per competenze linguistiche ampie e sicure” anche in presenza di una forte componente alloglotta, per l’apprendimento di una lingua straniera “a partire dalle prime classi della scuola primaria”, per lo “sviluppo di un’adeguata competenza scientifica, matematica, tecnologica di base”, è indispensabile un accrescimento, nel corpo docente, delle competenze didattiche e disciplinari non un ritorno all’inevitabile genericità prodotta dall’insegnante unico. E anche sul terreno dell’educazione alla cittadinanza sempre le “Indicazioni” (che forse il ministro farebbe bene a rileggere) ci ricordano opportunamente che “più solide saranno le strumentalità apprese nella scuola primaria, maggiori saranno le probabilità di inclusione sociale e culturale attraverso il sistema dell’istruzione.”.
Che poi la scelta miope di tornare a un unico insegnante per classe venga gabellata come misura volta a tutelare l’ipotetica esigenza psicologica del bambino di avere un solo adulto di riferimento è l’aspetto tristemente ridicolo di tutta la questione: forse l’on. Gelmini non è informata che nella scuola materna ogni sezione ha due insegnanti e che i bambini non trovano nessuna difficoltà a rapportarsi con le loro maestre; sarebbe invece molto più dannoso, in un mondo in cui la pluralità degli incontri e delle relazioni è la caratteristica di ogni giorno, creare proprio nella scuola un rapporto unico e statico, decisamente anacronistico.
L’Indice della scuola

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